Report 23-30 gennaio 2022

Per quasi tutta la settimana la Cassinazza è rimasta sprofondata nella nebbia. In queste condizioni, il birdwatching è stato solo ombre, richiami, fruscii di ali e il periodo dell’anno è quello in cui sia il numero che la varietà degli uccelli presenti sono al minimo e ogni spostamento è del tutto cessato. E aggiungeteci pure il freddo e l’umido di questi giorni. Tutto ciò non è riuscito però a togliermi nemmeno un poco della mia soddisfazione per essere finalmente tornato libero dopo due settimane di clausura in quarantena a causa del COVID.  Non è però che abbia gran che da riportare. Diversi sono stati gli incontri ravvicinati con il Tarabuso; la sua proverbiale cautela, il mimetismo e aggiungeteci la nebbia, hanno fatto sì che ogni volta prendesse il volo a pochi metri di distanza, ma sempre prima che io mi accorgessi di lui.
Si fa notare – per la sua assenza – il Falco di palude; fino a pochi anni fa nel canneto della Cassinazza si radunavano per dormire dieci, venti esemplari. Ora all’interno del canneto – e non solo lì –spadroneggiano i Cinghiali e i Falchi di palude non sono più ritornati. Come invariabilmente ogni anno, la fioritura del Nocciolo segna l’inizio del nuovo ciclo delle stagioni.
Numerose sono le anatre; mentre i Germani reali quest’anno si sono comportati da vagabondi inaffidabili, le Alzavole sono sempre rimaste fedelmente legate alla Cassinazza; il loro numero oscilla tra settecento e mille.