Le alterne fortune dei Cavalieri.
Non tutte le crociate riescono col buco.
Nidificare nelle zone umide, allo scoperto, avendo necessità di un certo livello d’acqua (nè troppa, nè troppo poca), non è certo una strategia flessibile e foriera di certo successo… I Cavalieri d’Italia, con le loro stringenti necessità e la loro fragilità, sanno che gli ambienti possono non essergli favorevoli e sono abituati a abbandonare, in caso di fallimento, e cercare, per l’anno successivo, un altro luogo. Ecco perchè la colonia di Cavalieri d’Italia, in Cassinazza, non è mai stata stabile ma mostra un classico andamento ad altalena, con anni positivi, fallimenti, lente ricolonizzazioni, nuovi tentativi, ecc ecc, con una presenza incessantemente variabile, talvolta volubile…
Le tappe della loro storia, qui, sono queste:
– pochi individui hanno iniziato a nidificare fin da subito dopo il ripristino ambientale, nel 2004;
– dopo il periodo di stagnazione nei primi anni, la colonia è andata crescendo in maniera progressiva di anno in anno,
– fino al 2009, quando, orribilmente, con quasi 60 nidi deposti e alcuni probabilmente già schiusi, tutti gli adulti abbandonavano inspiegabilmente la colonia; perchè? non v’è certezza: le nostre ipotesi, per questo, sono state: una coppia di cornacchie che si era specializzata nel prelevare uova e nidiacei ed ha inferto una pressione predatoria eccessiva, oppure l’esaurimento delle risorse alimentari, dopo che da due mesi ben 140 adulti, tra nidificanti e altri, si nutrivano alle spese degli invertebrati dei fondali. Un po’ come il crollo della civiltà Maya.
– quindi nel 2009 zero giovani involati
– nel 2010 ci ha pensato il freddo anomalo in aprile e maggio: i cavalieri hanno rinunciato a deporre fin dall’inizio. speriamo l’abbiano fatto altrove
– nel 2011 la colonia è stata disertata, non c’è da stupirsi, visti i risultati dei due anni precedenti
– nel 2012 e successivi una lenta ripresa
– nel 2016 la colonia ospitava un numero di individui stabilmente superiore ai 100; una settimana di maltempo agli inizi di maggio causava qualche perdita
– nel 2017 altra calamità meteorologica, con una fine di aprile gelida e la perdita di tutte, ma proprio tutte, le covate dei Cavalieri
– nel 2018 il numero di adulti arrivati alla Cassinazza era alto come al solito (circa 100), ma non si è avuto neppure un tentativo di deposizione; forse il disturbo causato dai cinghiali, che hanno da poco invaso l’area e che sono stati visti spesso grufolare nelle vasche.
E nel 2019? Vedremo se i fallimenti degli anni scorsi scoraggeranno nuovamente i cavalieri dallo stabilirsi o se inizierà un nuovo ciclo.